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Indicazioni stradali
Il Campo numero 64 del Cimitero Monumentale (per i milanesi cimitero di Musocco) è detto anche “Campo della Gloria”. Qui riposano i partigiani e i deportati milanesi caduti durante la guerra di Liberazione.
Già nel 1945 Musocco ospitava le tombe di alcuni partigiani presso il campo 64.
Nel dopoguerra si affidò al Comitato Onoranze Caduti per la Libertà presieduto da Antonio Greppi (primo sindaco della Milano liberata) l’incarico di effettuare una prima sistemazione.
Il concorso venne vinto dall’architetto Umberto Comolli, che progettò una stele in pietra chiara, affiancata da sei pale laterali su cui inscrivere i nomi dei caduti.
La prima pietra del monumento venne posta il 25 aprile 1948 e all’interno venne murata una pergamena commemorativa: «Ad iniziativa del Comitato Onoranze Caduti per la Libertà di Milano e Provincia, viene posta oggi, 25 aprile 1948, la prima pietra del Monumento che ricorderà ai Posteri Coloro che fecero eroico sacrificio della vita all’Italia e alla Libertà. 1922-1945». Il campo venne sistemato con piccole lastre a terra, corredate dal nome del defunto, da una foto e dalla data di morte. L’inaugurazione avvenne il 6 novembre 1949.
Nel 1997 il campo venne ristrutturato: le tombe a terra furono sostituite da cippi uniformi in pietra grigia e porfido rosso e furono posizionate quinte in pietra con le scritte commemorative ed i nomi dei caduti milanesi nella lotta di liberazione e di quelli deportati nei campi di concentramento.
l monumento di Comolli divenne una sorta di palcoscenico per la grande scultura in bronzo del Partigiano fucilato di Marino Mazzacurati, copia dell’opera posta dal 1968 al cimitero della Villetta di Parma.
La scultura era stata chiesta in prestito dalla Triennale di Milano per la mostra Le ragioni della libertà, tenutasi dal 25 aprile al 20 maggio 1995. L’anno seguente il Coordinamento dei Comitati Regionali della Lombardia chiese di averne una copia per il Campo della Gloria. L’inaugurazione è avvenuta il 24 aprile 1997.
Oggi una serie di lapidi commemorative, che comprendono oltre 4.000 nomi, fa del Campo 64 il luogo della memoria della lotta milanese contro ogni forma di oppressione, tracciando un filo ideale che dalle Cinque Giornate del 1848 giunge fino al secondo conflitto mondiale e celebrando la resistenza contro ogni forma di sopraffazione.