La Rocchetta Mattei fu edificata dal conte Cesare Mattei (1809-1896) sulle rovine della Rocca di Savignano, antica dimora risalente all’epoca medievale. Il castello fu realizzato tra il 1850 e il 1871 e modificato più volte sia dal conte sia dai suoi eredi; all’interno si intrecciano labirinti di torri, scalinate monumentali, sale di ricevimento e camere private, realizzate con stili profondamente diversi tra loro: dal neomedievale al neorinascimentale, dal moresco al Liberty.

In breve tempo la Rocchetta Mattei fu conosciuta in tutta Europa e divenne famosa come casa di cura in cui venivano sperimentati alcuni metodi di medicina alternativa, in particolare l’elettromeopatia, e in cui venivano preparati prodotti elettromeopatici, poi spediti ovunque. Il castello portò lavoro e benessere a molte famiglie della zona.

Dopo l’Armistizio, fu occupata dalle truppe del Terzo Reich e fu trasformata in quartier generale del 2° battaglione del 36° reggimento della 16. SS-Panzergrenadier-Division "Reichsführer SS". Gli spazi interni furono completamente devastati e numerosi mobili di pregio vennero bruciati per il riscaldamento degli ambienti. Nei giorni precedenti la Liberazione, i militari in fuga trafugarono beni di ogni tipo (documenti, gioielli, quadri, tappeti persiani, tappezzeria, ecc.). È per questo motivo che oggi i visitatori la trovano quasi completamente priva di arredi.

Il 9 novembre 1944 nei pressi della Rocchetta Mattei fu colpito a morte, da una scheggia di granata tedesca, il partigiano diciottenne Giovanni Rastelletti, nome di battaglia «Bobi», appartenente alla brigata Folloni della divisione Modena Montagna con funzione di ispettore organizzativo di compagnia.

La Rocchetta Mattei, definita un vero e proprio castello delle favole, è oggi aperta al pubblico e ed è possible visitarla su prenotazione.