Dopo l’8 settembre 1943 anche la provincia di Pistoia si inserì nel cono d’ombra della Shoah, con retate promosse dalla Questura ed eseguite dalle sezioni locali dei carabinieri o della Guardia Nazionale Repubblicana, talvolta in collaborazione con membri dell’esercito tedesco o delle SS.

A Montecatini Terme in viale Grocco abitava la famiglia D’Angeli di religione ebraica: Mario era impiegato come direttore presso l’azienda Melani, la moglie Renata Fiorentini era casalinga. Con loro erano presenti i figli Carlo, nato nel 1938, e Massimo, nato nel 1942. Erano sfollati qui da qualche anno ed erano conosciuti in città. Nella notte fra il 5 e il 6 novembre 1943 un rastrellamento condotto da militari tedeschi, SS, carabinieri e fascisti locali portò in poche ore alla cattura di 21 persone; irruppero anche in casa della famiglia D’Angeli. Con i quattro membri fu arrestata Clara Rosa Modigliani, madre di Mario.

Il momento dell’arresto era un momento cruciale nell’esperienza della deportazione: il primo passo di percorso obbligato dal quale era arduo, se non impossibile, uscire. In poche ore, la famiglia D'Angeli fu trasferita in carcere a Firenze e il 9 novembre 1943 partì con il convoglio numero 3 in direzione Auschwitz, dove giunse il 14 novembre. Morirono quel giorno; nessuno degli altri arrestati a Montecatini rimase in vita.

Il Comune di Montecatini Terme ha intitolato nel 2011 una scuola dell’infanzia in memoria di Massimo D’Angeli, il più piccolo della famiglia. Il 27 gennaio 2022 in viale Grocco, nei pressi dell’abitazione, il Comune di Montecatini Terme ha posato cinque Pietre d’Inciampo, realizzate dall’artista tedesco Gunter Demnig, in memoria dei membri della famiglia: Mario D’Angeli, Carlo D’Angeli, Massimo D’Angeli, Renata Fiorentini, Clara Rosa Modigliani. All’inaugurazione erano presenti le autorità comunali, la comunità ebraica, alcuni gruppi di studenti e varie associazioni locali.